I Salmi, specchio e traguardo del nostro spirito (13) – Salmo 61

I Salmi, specchio e traguardo del nostro spirito (13) – Salmo 61


Un grido di dolore, quello lanciato dal protagonista di questo salmo. Trovata la risposta in Dio, grazie alla fede viva ricevuta in eredità che gli dona la pace, è pieno di fiducia a tal punto da promettere di rimanere nel suo futuro sempre all’ombra del tempio. Nei versetti conclusivi interviene l’assemblea con la richiesta al Signore di intervenire in favore del re. Quale insegnamento possiamo trarne?

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Patrizio Calliari, pastore delle chiese avventiste di Trento e Bolzano.

Collaborare con Dio. Il 2 febbraio preghiamo per l’Assemblea Amministrativa di Milano

Collaborare con Dio. Il 2 febbraio preghiamo per l’Assemblea Amministrativa di Milano

 

Stefano Paris – Sorelle e fratelli, carissimi delegati, ormai è imminente l’appuntamento di Milano per la XXVI Assemblea Amministrativa, dal 24 al 27 febbraio 2019. Il motto scelto per questo incontro è: «… Colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!» (1 Co 3:7). Paolo sottolinea la centralità dell’opera di Dio, ma anche la collaborazione con chi pianta e annaffia, dunque con l’elemento umano. Ciò che è impensabile per noi, per Dio diventa possibile.

Il vero miracolo
Così fu per la moltiplicazione dei pani in favore di una folla innumerevole. Gesù chiese la piena collaborazione dei discepoli: «date voi loro da mangiare» (Mt 14:16). In una situazione come quella, anche la migliore organizzazione umanitaria avrebbe avuto difficoltà. Il miracolo inizia a compiersi con la disponibilità e la fede di quei seguaci di Cristo che si mettono in gioco e cominciano a cercare fino a che non trovano cinque pani e due pesci. Il vero miracolo, per me, inizia quando tutto appare ancora oscuro e non definito. Il miracolo della fede è tale proprio perché ci spinge all’azione nonostante la consapevolezza dell’impossibilità umana di risolvere il problema.

La vera fede
Un problema ci appare sempre come un limite o un ostacolo, tuttavia può costituire un trampolino di lancio capace di spingerci oltre a dove ci troviamo. Il significato etimologico della parola «problema» suggerisce questa idea: in greco pro-ballo, significa «gettare in avanti». Questo deve incoraggiarci ad accettare le sfide sapendo che l’aiuto di Dio è tutto nella nostra vita; se restiamo fiduciosi in lui sappiamo che qualcosa di buono accadrà. Questa è la realtà in cui vive ogni giorno la persona che ha fede: chi opera con Dio e dissoda, pianta, concima, annaffia, sa che avverrà qualcosa di imprevedibile, perché il suo lavoro non ha a che vedere con il solo sforzo umano, ma con l’intervento divino. Dio solo è capace di trasformare, moltiplicare e far crescere. Gesù ce lo ha dimostrato con la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione.

«Colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!». Come cristiani e avventisti dobbiamo fare sempre più nostra questa promessa, essere convinti che Dio può realizzare buone cose al di là delle nostre aspettative e dei nostri piani. Se è lui che fa crescere e che aumenta, a me è comunque chiesto di portare quello che ho, i pani e i pesci, e non solo: mi viene chiesto di andare in giro a cercarli, a chiedere la collaborazione di altri affinché insieme si raggiunga l’obiettivo. Insieme assisteremo all’imprevisto. In effetti, se aspettiamo un mondo nuovo, dobbiamo tutti continuare a lavorare con energia il campo che ci è stato affidato con la certezza di poter contare su di lui che farà crescere.

Preghiera e speranza
Domenica 24 febbraio inizierà la nostra assemblea. La chiesa ha le sue regole amministrative che permettono e incoraggiano il dialogo e lo scambio chiaro, informato, fraterno e pieno di quell’amore che Dio per primo ci ha dato. Contiamo sulla partecipazione di tutti al processo di riflessione e di valutazione sull’impegno attuale nella missione che il Signore ha affidato a ogni singolo membro della comunità di fede. Auspichiamo che da queste considerazioni e verifiche emergano percorsi utili a favorire l’evangelizzazione, cioè la diffusione dei valori cristiani in cui crediamo.

Sabato 2 febbraio vi invitiamo a pregare, singolarmente e in gruppi, affinché lo Spirito Santo ispiri i nostri dialoghi e illumini le nostre menti, e consenta di pervenire, al di là delle differenze di prospettive e delle divergenze relative alle strategie, alla comprensione e condivisione d’intenti che animarono la chiesa degli apostoli.

Possa lo Spirito Santo renderci capaci all’ascolto e al dialogo. Possa, il nostro unico sommo sacerdote, Cristo Gesù, venirci a prendere presto per vivere in un presente eterno finalmente trasformato dal suo ultimo miracolo, il suo ritorno.

Siete tutti invitati
Non solo i delegati, ma anche ospiti e accompagnatori potranno partecipare alla prossima Assemblea Amministrativa Uicca, iscrivendosi online.

L’appuntamento è all’Hotel e Centro Congressi Da Vinci, Via Senigallia 6, 20161 Milano – Telefono: 02 8399 3000.

Tutte le informazioni su come raggiungere l’hotel, sui costi del soggiorno e su come iscriversi sono visualizzabili sul sito assemblea.uicca.it

 

Collaborare con Dio. Il 2 febbraio preghiamo per l’Assemblea Amministrativa di Milano

Presidenza d’Unione. Convocazione Assemblea amministrativa


Stefano Paris
– Il Comitato d’Unione ha fissato la data della prossima Assemblea amministrativa che si terrà a Milano, dal 24 al 27 febbraio 2019, e avrà il seguente motto: «… Colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!» (1 Co 3:7). Un appuntamento quinquennale della chiesa nazionale per dialogare sulle attività svolte e sulle indicazioni per quelle da svolgere.

Il dialogo e lo scambio di idee avverranno sulla base dei rapporti preparati dall’amministrazione, che saranno fatti pervenire ai delegati almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’Assemblea. Le modalità e le scadenze entro le quali presentare le proposte per la Commissione Piani e Delibere e per la Commissione Statuti e Regolamenti e altre informazioni relative alla partecipazione all’Assemblea saranno pubblicate tramite Il Messaggero Avventista cartaceo e online.

In una sezione dedicata del sito uicca.it saranno consultabili le diverse schede tecniche sul funzionamento dell’Assemblea amministrativa.

La chiesa ha le sue regole amministrative che permettono il dialogo e lo scambio chiaro, informato, fraterno e pieno di quell’amore che Dio per primo ci ha dato. Contiamo sulla partecipazione di tutti al processo di riflessione e di valutazione del modo in cui è impegnata nella missione che il Signore ha affidato a ogni singolo membro della comunità di fede.

Auspichiamo che da queste considerazioni e verifiche emergano percorsi utili a favorire l’evangelizzazione, cioè la diffusione dei valori cristiani in cui crediamo, destinati a migliorare la vita delle persone che vivono nel territorio della nostra Unione, facendone dei cittadini e delle cittadine del regno di Dio che viene.

Per questo motivo stiamo pregando e vi invitiamo a fare lo stesso, singolarmente e in gruppi, affinché lo Spirito Santo ispiri i nostri dialoghi e illumini le nostre menti, e consenta di pervenire, al di là delle differenze di prospettive e delle divergenze relative alle strategie, alla comprensione e condivisione d’intenti che animarono i componenti della chiesa degli apostoli.

Per eventuali osservazioni e suggerimenti potete scrivere alla segreteria Uicca (uicca.segreteria@avventisti.it) indicando nell’oggetto «Assemblea 2019».

 

 

Assemblea Mondiale. Uno sguardo all’interno del comitato di nomina

Assemblea Mondiale. Uno sguardo all’interno del comitato di nomina

NAD_CaucusL’Assemblea Mondiale è il maggiore organo amministrativo della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e si svolge ogni cinque anni. Nei 10 giorni di lavori sono eletti i dirigenti della Chiesa e si decidono le linee guida sul modo in cui essa dovrà compiere la missione.

Per agevolare l’attività amministrativa ufficiale, gli oltre 2.000 delegati hanno l’importante compito di votare le raccomandazioni dei precedenti incontri del Comitato Esecutivo, il secondo più alto organo di governo della denominazione.

Tuttavia, quando è il momento di eleggere i dirigenti, tra i quali il presidente della Chiesa mondiale, i presidenti delle Divisioni e i direttori dei vari ministeri o dipartimenti, sono selezionati 252 delegati per formare il comitato di nomina. Chi sono questi delegati? Come vengono scelti? Quali sono esattamente le loro mansioni?

Formazione del comitato
Il comitato di nomina è composto da 233 delegati provenienti dalle 13 Divisioni e da 19 delegati della sede mondiale della Chiesa, nota anche come Conferenza Generale (CG).

Il procedimento elettorale ha inizio con l’elezione del comitato di nomina, che si forma subito, nel primo giorno dell’Assemblea Mondiale. I delegati, infatti, si riuniscono nei gruppi (o caucus) delle rispettive Divisioni. Ogni Divisione può inviare il 10 per cento dei suoi delegati nel comitato di nomina. La Conferenza Generale, dal canto suo, può inviare l’8 per cento dei suoi delegati. Altro fattore importante, quando si tratta di scegliere i delegati per il comitato di nomina, è che essi siano debitamente accreditati e presenti all’Assemblea Mondiale.

Inoltre, i delegati scelti per far parte del comitato di nomina non possono essere eletti alle cariche dirigenziali della Conferenza Generale e delle Divisioni (presidente, vicepresidente, segretario, sottosegretario, segretario associato, tesoriere, vice tesoriere, tesoriere associato, direttori dei dipartimenti, responsabili del Servizio Auditing) e a quelle di officer delle Divisioni. In altre parole, se un delegato ricopre già un incarico e ha probabilità di essere riconfermato all’Assemblea, non può far parte del comitato di nomina. Nasce spontanea una domanda: “Chi rimane allora per farne parte?”. I comitati di nomina sono pieni di presidenti e dirigenti delle Unioni e delle Federazioni, da membri laici, dai responsabili delle istituzioni (scuole, ospedali, sanatori ed Ellen G. White Estate).

Attori chiave nel comitato di nomina
I 252 membri del comitato di nomina, una volta scelti, vanno in una stanza privata dove iniziano subito a svolgere le proprie funzioni, cominciando con la designazione di presidente, vicepresidente, segretario e segretario associato del comitato. Appena eletto, il presidente del comitato di nomina si insedia e si procede alla scelta degli altri tre ufficiali che vengono informati delle loro responsabilità. A questo punto, il gruppo, diretto dal presidente, inizia il lavoro di selezione dei principali leader della Chiesa.

Bob Kyte, presidente di Adventist Risk Management, nell’Assemblea del 2010 è stato presidente del comitato di nomina. Per lui, un elemento da considerare è la diversità presente nella stanza, non solo in termini di più lingue, ma anche di prospettive differenti sui migliori metodi che il comitato può adottare nel processo di selezione dei nomi.
“Una delle sfide più grandi era cercare di mescolare le culture di tutto il mondo su come si svolgono i compiti nella Chiesa”, ha affermato Kyte.

L’inglese è la lingua ufficiale di tutte le sessioni amministrative della Chiesa mondiale, ma ci sono traduttori presenti durante le riunioni del comitato per assicurare che le informazioni siano effettivamente comprese da coloro che parlano altre lingue.

Altri due attori chiave del comitato di nomina sono i gestori del sistema elettronico tramite cui si esprimono i voti durante le riunioni. Essi documentano ogni nome proposto e tutti i voti conteggiati per ogni incarico. I loro dischi sono conservati presso l’Ufficio archivi, statistiche e ricerche della Chiesa.

Le nomine
All’inizio di ogni giorno, uno degli ufficiali del comitato di nomina presenta una riflessione spirituale. I leader chiedono la presenza di Dio e la sua guida nei lavori.
“Abbiamo pregato prima di ogni voto, chiedendo al Signore di guidarci nella scelta “, ha affermato Kyte.

Il primo incarico a essere preso in considerazione è quello del presidente della CG. Una volta eletto, il presidente ha funzione di consulente del comitato di nomina per la designazione delle altre cariche. Si scelgono quindi i nomi del segretario e del tesoriere della CG e poi i restanti incarichi.

Deciso un nome, un officer del comitato lo notifica al candidato, ma prima informa della non rielezione chi ricopriva già quell’incarico. A volte, sotto la guida dello Spirito Santo, fa più di una semplice notifica.
“In alcuni casi abbiamo incoraggiato i candidati ad accettare la candidatura”, ha spiegato Cindy Tutsch, direttore associato emerito dell’Ellen G. White Estate, che è stata segretaria del comitato di nomina dell’Assemblea Mondiale 2010.

Notificato il nome, gli officer del comitato di nomina sono scortati nella sala in cui si svolgono i lavori assembleari. Il presidente della sessione in corso interrompe tutto ciò che è in fase di discussione per ascoltare il rapporto del comitato di nomina (che può presentare un nome o un gruppo di candidature).

Sebbene il comitato di nomina abbia il compito di fare solo delle proposte, è raro che i delegati respingano un suo rapporto. Se, dopo lettura del rapporto, un delegato ha delle riserve è invitato nel comitato di nomina per esprimere le sue preoccupazioni. Quindi esce e il comitato decide se mantenere la nomina.

L’interazione della Chiesa
Anche se costituito da un pugno di persone rispetto ai 18,4 milioni di avventisti nel mondo, il comitato di nomina ha un ruolo fondamentale per il funzionamento della Chiesa avventista del settimo giorno. È importante che i 252 delegati scelti siano in sintonia con lo Spirito Santo e riescano ad assegnare tutte le cariche durante l’Assemblea.
“È un privilegio assoluto vedere l’interazione della Chiesa”, ha aggiunto Tutsch.

Lo spirito del ’63. La prima Assemblea avventista mondiale

Lo spirito del ’63. La prima Assemblea avventista mondiale

immagine1863-2015David Trim/Maol – Gli avventisti del settimo giorno guardano da tempo ai pionieri per trarre ispirazione. All’inizio di luglio si terrà la Sessantesima Assemblea mondiale della Chiesa e, mentre ci prepariamo per questo evento organizzato a San Antonio, in Texas (Stati Uniti), possiamo imparare qualche lezione e ricevere ispirazione dalla prima Assemblea fondatrice di 152 anni fa, quando i leader avventisti del settimo giorno si incontrarono a Battle Creek, in Michigan, nel maggio del 1863.

L’espressione “i leader avventisti del settimo giorno si incontrarono” suona molto semplice. In realtà, 32 mesi prima non sarebbe stata pronunciabile, poiché fu solo nel meeting del 1° ottobre 1860, tenutosi sempre a Battle Creek, che il gruppo di credenti concordò “di chiamarci avventisti del settimo giorno”. Prima di allora, l’espressione “avventista del settimo giorno” era stata usata, spesso dagli oppositori, in maniera offensiva, per designare i pochi membri dell’ancora disorganizzato movimento emerso dalla grande delusione del 1844, i quali credevano nel settimo giorno, il sabato, nell’immortalità condizionale e nel ministero sacerdotale di Gesù Cristo nel santuario celeste.

In quell’incontro del 1860, ci vollero quattro giorni di dibattiti per raggiungere un consenso sul fatto che, se gli appartenenti al rimanente di Dio avessero organizzato formalmente le proprie chiese locali e adottato un nome comune, non sarebbero finiti nella “Babilonia”. Ma quei pochi passi erano il punto oltre il quale gli avventisti non sarebbero andati. La prospettiva di una qualsiasi organizzazione che fosse al di sopra della congregazione locale era inaccettabile.

Le Federazioni e la Conferenza Generale
Eppure, incredibilmente, due anni e mezzo dopo, gli avventisti di Michigan, Iowa, Vermont, Wisconsin, Illinois, Minnesota e New York avevano organizzato sette associazioni distinte di chiese, denominate Federazioni: due in Iowa, una che riuniva Illinois e Wisconsin e una per ogni altro Stato; in seguito le due in Iowa si fusero in una sola. Molti avventisti del settimo giorno, però, riconobbero che, in effetti, ciò significava la presenza di sei confessioni avventiste, non di una. Quindi, nel marzo del 1863, James White, leader non ufficiale (ma indiscusso) degli avventisti del settimo giorno, pubblicò nell’Advent Review and Sabbath Herald, la rivista che collegava i credenti disseminati nel paese (divenuta in seguito Review and Herald e, oggi, Adventist Review), un appello per l’organizzazione di una “Conferenza Generale”.

I termini “conferenza generale” erano stati usati dai milleriti all’inizio del 1840; infatti, Joseph Bates era stato presidente di una di queste conferenze. Nel 1850, gli avventisti sabatisti erano soliti chiamare “conferenza generale” i meeting aperti a tutti coloro che abbracciavano la dottrina del sabato; si trattava quindi di conferenze, o incontri, generali piuttosto che locali. Tuttavia, nel 1860, diverse denominazioni protestanti degli Stati Uniti usavano il termine federazione (inglese: conference, ndt) per indicare un’associazione permanente di congregazioni ed era questo uso che le Federazioni degli Stati avevano preso in prestito. Inoltre, mennoniti, battisti e metodisti utilizzavano la definizione “conferenza generale” per indicare un’associazione di tali Federazioni. Gli avventisti del settimo giorno, molti dei quali provenivano dal mondo battista e metodista, conoscevano questo utilizzo.

Probabilmente, l’annuncio di James White nel numero del 10 marzo 1863 della Review è sembrato ad alcuni sabatisti solo un appello a organizzare un’altra assemblea generale, anche se suggeriva che sarebbero state discusse importanti questioni di interesse comune. Egli scriveva, infatti:

“Raccomandiamo che la Conferenza Generale si svolga a Battle Creek in concomitanza con l’Assemblea della Federazione dello Stato del Michigan e prima possibile…. Immaginiamo che sia con piacere che i fratelli di altri Stati e del Canada invieranno alla Conferenza Generale i delegati o le lettere in cui esprimono il loro parere sulla migliore linea d’azione da seguire, e le loro richieste sulla Conferenza”.
J. White suggeriva poi la fine di maggio come miglior periodo e, poco dopo, fu concordata la data.

Il primo giorno della prima Assemblea mondiale 
Mercoledì 20 maggio 1863, 20 leader dell’embrionale movimento avventista si incontrarono a Battle Creek. Alcuni arrivarono nel corso della giornata e fu solo alle 18.00 che si riunirono nella Second Seventh-day Adventist Meeting House.

Parteciparono 18 delegati provenienti da cinque delle sei Federazioni di Stato esistenti: Michigan, New York, Illinois e Wisconsin, Minnesota e Iowa. La Federazione del Vermont (che comprendeva le chiese sul confine canadese del Quebec) non inviò delegati a Battle Creek, ma due ne arrivarono dalle chiese avventiste dell’Ohio, non ancora organizzate in Federazione. Erano presenti anche alcuni membri della chiesa di Battle Creek, che non erano delegati ufficiali della Federazione del Michigan, ma osservatori interessati al procedimento. Tutti i delegati ufficiali erano uomini, anche se c’era almeno una donna, Ellen G. White, tra le persone del posto che parteciparono come spettatori. Due delegati ufficiali erano membri laici, senza cioè nessuna credenziale pastorale e costituirono due terzi della prima Commissione di nomina della Conferenza Generale!

Il primo atto dei 20 delegati fu di eleggere un presidente temporaneo (fu votato Iotam M. Aldrich) e un segretario (fu scelto Uriah Smith). Aldrich aveva 35 anni ed era diventato avventista sabatista solo nel 1860; Smith aveva 31anni e, incredibilmente, non era un delegato, ma uno degli osservatori di Battle Creek. Questi due fatti ci dicono qualcosa sui fondatori della nostra chiesa. Molti di loro erano giovani ed erano pragmatici. Là dove scorsero il talento, lo utilizzarono per diffondere il messaggio del terzo angelo.

Dopo aver eletto presidente e segretario, i delegati e gli osservatori cantarono insieme l’inno 233, “Long Upon the Mountains”, di Annie R. Smith, tratto dall’innario che James White aveva pubblicato nel 1861 (in pratica era una revisione di un primo innario che aveva stampato nel 1849). Poi John N. Loughborough, del Michigan; Charles O. Taylor, di New York; e Isaac Sanborn, del Wisconsin, furono scelti per la Commissione che doveva esaminare e verificare le credenziali dei delegati. Anche tutto ciò ci dice qualcosa sugli uomini che fondarono la Conferenza Generale: amavano cantare gli inni e valorizzarono la corretta procedura e le commissioni. Alcune caratteristiche della nostra chiesa risalgono proprio alle nostre origini!

I delegati, allora, puntualmente presentarono le proprie credenziali per l’approvazione. Nessuno degli originali è giunto fino a noi, anche se abbiamo le credenziali dell’Assemblea del 1864 e una è riprodotta in foto. Quando la prima Commissione della Conferenza Generale completò la sua attività (con solo 20 credenziali da controllare non deve aver preso molto tempo), la seduta fu aggiornata al mattino seguente.

Fondazione della Conferenza Generale
Giovedì 21 maggio 1863 fu il grande giorno. Prima di tutto si scelsero otto uomini per redigere lo statuto: Sanborn, del Wisconsin; Loughborough e Joseph H. Waggoner, del Michigan; John N. Andrews e Nathan Fuller, di New York; B. F. Snook, dello Iowa; Washington Morse, del Minnesota; e H. F. Baker, dell’Ohio. Essi riferirono subito che un certo lavoro preparatorio era stato fatto prima della sessione e lo statuto fu poi approvato all’unanimità. La Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno era quindi stata fondata ufficialmente. Più che di un meeting periodico, si trattava di un’associazione permanente che avrebbe avuto assemblee annuali, con uno statuto, tre officer (presidente, segretario e tesoriere) e un comitato esecutivo.

Successivamente si tennero le elezioni. John Byington fu infine eletto presidente (e prese il posto fino ad allora di Aldrich); Eli Walker (un altro residente di Battle Creek, che non era delegato) fu scelto come tesoriere; Uriah Smith fu nominato segretario. George Amadon, del Michigan, e John Andrews furono eletti tra i componenti del comitato esecutivo, insieme con Byington. Fu quindi formata una commissione (J. N. Loughborough, I. Sanborn, W. H. Brinkerhoff, J. M. Aldrich e W. Morse) per elaborare un modello di statuto per tutte le Federazioni degli Stati e la seduta fu aggiornata al sabato sera, 23 maggio. Quando ripresero i lavori, dopo il tramonto, i delegati approvarono il modello di statuto (che tutte le Federazioni che desideravano far parte della Conferenza Generale avrebbero dovuto adottare), e formarono un’altra commissione (White, Andrews e Smith) che aveva il compito di riferire all’Assemblea del 1864 sulle norme che le chiese locali dovevano seguire per essere organizzate. Poi l’Assemblea del 1863 si concluse. Mentre la “conferenza generale” all’inizio del 1860 durò quattro giorni interi, la prima Assemblea della Conferenza Generale svolse le sue mansioni in un giorno intero e in due brevi incontri serali.

Onestà, amore e umiltà
È impressionante che si sia ottenuto tanto in così poco tempo, perché i nostri pionieri erano capaci di dibattiti bruschi e schietti. Quando non erano d’accordo lo dicevano con franchezza. Ma la loro tendenza ad esprimersi apertamente non deve essere fraintesa.

Nel giorno iniziale della conferenza del 1860, James White cominciò il suo primo messaggio rivolgendosi alla presidenza secondo la corretta procedura, ma lo fece in un modo unico. Il presidente era Joseph Bates, che J. White conosceva da 20 anni. Le sue prime parole furono: “Fratello presidente (mi permetterai di chiamarti “fratello presidente” invece di “signor presidente” che è un’espressione estremamente fredda)”. L’uso di questa espressione indica che i nostri fondatori avevano investito tutto nel grande movimento del secondo avvento. Erano legati da vincoli di profondo affetto. A volte dissentivano l’un l’altro con vigore, ma poi cantavano gli inni e pregavano insieme.

Ci fu meno dibattito nel 1863, rispetto al 1860, in parte perché prevalse uno spirito cristiano, ma anche perché i delegati avevano in gran parte raggiunto un consenso sui punti chiave prima che arrivassero. Nella Review, Uriah Smith scrisse con soddisfazione: “Forse nessun precedente incontro a cui abbiamo avuto la gioia di partecipare è stato caratterizzato da una tale unità di sentimenti e armonia di opinioni. In tutti i passi importanti compiuti durante questa Conferenza… non vi è stata alcuna voce di dissenso, e… dubitiamo che ci sia stato anche alcun pensiero in disaccordo”.

È stato questo uno dei motivi per cui così tanto è stato compiuto in poco più di un giorno. Sicuramente, come suggerito in precedenza, alcuni degli otto membri della Commissione per lo statuto avevano preparato una bozza in anticipo. Ciò è stato del tutto corretto, poiché tutti coloro che si erano riuniti a Battle Creek sapevano di aver bisogno di essere più uniti e organizzati se votarono, il 23 maggio 1863, che si doveva compiere “la grande opera di diffusione della luce sui comandamenti di Dio, la fede di Gesù e le verità collegate al messaggio del terzo angelo”. Il preambolo dello statuto della Conferenza Generale dichiara: “Al fine di garantire unità ed efficienza nel lavoro, e di promuovere gli interessi generali della causa della verità presente”.

Impariamo quindi qualcos’altro dai nostri fondatori: nonostante i dibattiti degli anni 1850, nel 1863 era chiaro il bisogno di unità per compiere la missione ricevuta da Dio. Missione che era al primo posto nei loro pensieri, più delle questioni personali. Possiamo essere sicuri di ciò perché, a dispetto dei commenti di Uriah Smith, vi è stato un momento di disaccordo nel 1863.

James White era stato eletto presidente all’unanimità, ma rifiutò l’incarico. Dopo una lunga discussione, tra coloro che esprimevano le ragioni per cui doveva accettare l’incarico e l’interessato che spiegava perché non doveva, le dimissioni furono alla fine accolte e, al suo posto, fu eletto presidente John Byington.

Non è stata data alcuna motivazione al rifiuto di James White, ma credo che possiamo immaginarla. Egli sosteneva da diversi anni la necessità di un’organizzazione e sicuramente voleva fosse chiaro che era ciò di cui il movimento aveva bisogno, non un modo per cercare di diventare presidente. Essendo Ellen White sua moglie, quasi certamente voleva pure evitare di essere paragonato a Joseph Smith e Brigham Young dei mormoni, i presidenti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni che si erano anche auto proclamati profeti. Mai come in questo momento emersero le qualità personali di J. White che discusse a lungo con i suoi fratelli perché non lo designassero quale loro leader. Mise l’unità e la missione della nuova denominazione al di sopra di tutti i fattori personali.

Lo spirito evangelistico
Nel periodo in cui i lavori erano sospesi, dal giovedì sera alla sera del sabato, i leader avventisti si dedicarono alla loro attività preferita: l’evangelizzazione. Uriah Smith riporta che, venerdì 22 maggio, la tenda evangelistica della Conferenza del Michigan (definita dalle generazioni successive “la grande tenda”) “fu eretta sul prato”, presso l’ufficio della Review and Herald. Si tennero otto incontri di evangelizzazione, a cui parteciparono i delegati, interrotti dal servizio di culto di sabato 23 maggio, tenuto anche nella Second Meeting House. I lavori dell’Assemblea si conclusero, infine, con il battesimo di otto nuovi credenti, nella mattinata di domenica 24 maggio.

Ecco un ultimo punto da considerare sui nostri fondatori. Valorizzarono i comitati, la procedura e l’organizzazione, ma solo come mezzi per raggiungere ciò su cui avevano fisso lo sguardo: la fine dei tempi, il ritorno di Cristo e la mietitura del raccolto.

Lo spirito del ’63
Lo spirito del ’63 è ancora importante per noi avventisti del settimo giorno, mentre aspettiamo la Sessantesima Assemblea mondiale a San Antonio, e per il futuro del movimento del grande secondo avvento. Abbiamo bisogno dello stesso impegno per l’unità e la missione; abbiamo bisogno di continuare a seguire le corrette e consolidate procedure; e abbiamo bisogno della stessa volontà di utilizzare tutti i membri della Chiesa, trovando il modo di affermare la loro consacrazione e tutti i loro talenti.

Dobbiamo avere anche la medesima volontà di parlare chiaramente gli uni agli altri; ma abbiamo ugualmente bisogno dello stesso amore reciproco di fratelli e sorelle in Cristo; e la stessa volontà di mettere la missione profetica di questa chiesa al di sopra di ogni fattore personale.

Senza queste caratteristiche, la Conferenza Generale non sarebbe stata fondata nel 1863; senza di esse la nostra chiesa non si sarebbe diffusa in tutto il mondo. Solo se le possediamo e abbiamo una profonda relazione personale con il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, saremo in grado di compiere la missione profetica che Dio ha affidato agli avventisti del settimo giorno, i quali si sono uniti per la missione nella prima Assemblea mondiale del 1863.

 

Alla scoperta dei delegati dell’Assemblea mondiale

Alla scoperta dei delegati dell’Assemblea mondiale

M22-Mondo_Assemblea mondiale_delegatiMaol/Ann – La prima Assemblea mondiale ufficiale della Chiesa Avventista del Settimo Giorno fu un incontro di un giorno e si tenne il 20 maggio 1863, a Battle Creek, in Michigan, alla presenza di 20 delegati.

Saranno invece 2.566 i delegati che parteciperanno alla Sessantesima Assemblea mondiale a San Antonio, in Texas, dal 2 all’11 luglio.

I delegati, inviati come rappresentanti ufficiali della Chiesa così come è costituita nel loro paese, condurranno l’attività dell’Assemblea mondiale. Ma chi sono? Come vengono scelti? Quali sono le loro responsabilità?

Le norme che disciplinano la selezione dei delegati si trovano nello statuto della Conferenza Generale. Esso definisce le finalità e il funzionamento della Chiesa mondiale e dell’Assemblea quinquennale.

A grandi linee, la struttura della Chiesa avventista è la seguente: i membri formano le chiese; le chiese all’interno di un determinato territorio geografico sono organizzate in Federazione o Missione locale o, in alcuni casi, in Unione di chiese; gruppi definiti di Federazioni o Missioni locali formano una Unione di Federazioni o Unione di Missioni. Le Unioni sono gli elementi costitutivi della Conferenza Generale. Il termine «missione» collegato a una Federazione o a una Unione indica che queste sono in fase di sviluppo e non hanno raggiunto la piena sostenibilità finanziaria e l’auto sostentamento.

Le Unioni e le Divisioni della Conferenza Generale selezionano i delegati, in armonia con quanto delineato dallo statuto. I membri della Comitato esecutivo della Conferenza Generale sono anche delegati dell’Assemblea mondiale. Il numero totale di delegati di ogni Divisione deve essere costituito per il 50 per cento da membri laici, pastori o altri operai in prima linea. I laici devono essere la maggior parte di questo 50 per cento.

Ci sono due tipi di delegati: regolari e straordinari. I delegati regolari rappresentano le unità membro della Conferenza Generale, come indicato nello statuto. I delegati straordinari rappresentano la Conferenza Generale e le sue istituzioni, nonché le Divisioni e le loro istituzioni.

Chi sono questi delegati? All’Assemblea mondiale del prossimo luglio ci saranno 1.559 delegati regolari e 1.007 delegati straordinari. Dei 2.566 delegati totali, gli uomini sono l’83 per cento, mentre il restante 17 per cento sono donne. Per quanto riguarda l’età:
– sotto i 30 anni (6 per cento);
– 30-39 anni (10 per cento);
– 40-49 anni (26 per cento);
– 50-59 anni (35 per cento);
– 60-69 anni (19 per cento);
– oltre i 70 (3 per cento).

Una domanda sorge: per quale motivo la percentuale femminile dei delegati è così esigua se si pensa che le chiese sono formate in maggioranza da donne? Mentre la chiesa si impegna per arrivare a garantire che tutta la delegazione sia un giorno composta da entrambi i sessi, attualmente le posizioni da cui questi delegati sono chiamati, e che generano la maggior parte dei delegati dell’Assemblea, sono ricoperte da uomini. Questo cambierà nel tempo man mano che sempre più donne saranno elette a posizioni dirigenziali e faranno parte dei comitati esecutivi delle Unioni e delle Federazioni.

I delegati regolari dell’Assemblea mondiale non sono scelti dalla Conferenza Generale, ma dalle Divisioni e dalle Unioni di tutto il campo globale. Le persone selezionate rappresentano le loro varie organizzazioni e sono un mix di laici, pastori, insegnanti e amministratori della chiesa. Esse hanno il compito di relazionare all’Assemblea e di essere presenti durante le sessioni di lavoro per dibattere, discutere e votare sui temi all’ordine del giorno. Devono essere membri regolari della chiesa avventista e sono spesso scelte per l’interesse dimostrato e il coinvolgimento nelle comunità. Negli ultimi anni la chiesa si è impegnata in modo particolare perché, nel mix dei delegati, sia aumentato il numero di giovani, donne e operai in prima linea.

Ogni delegato ha voce, il che significa che può andare al microfono e dire la sua su quanto di sta discutendo, e ha il diritto di voto sul tema discusso. Per il regolare svolgimento dell’Assemblea, deve essere presente ai lavori almeno un terzo del totale dei delegati, che costituisce il quorum. Poco dopo l’inizio ufficiale dell’Assemblea mondiale, i delegati si riuniranno in gruppi, o «caucus» – un gruppo per ogni Divisione e Unione a essa collegata, e un gruppo per la Conferenza Generale e i delegati straordinari da essa nominata secondo le disposizioni dello statuto e del Comitato esecutivo. I gruppi dovranno scegliere i membri che faranno parte della Commissione di nomina. Il numero dei membri della Commissione di nomina di ciascun gruppo è specificamente definito dallo statuto.

I delegati regolari e straordinari approvano l’ordine del giorno della sessione ed eleggono i dirigenti della chiesa, dopo aver ricevuto e considerato le proposte della Commissione di nomina. Ci sono quindi 2.566 persone delegate a scegliere la dirigenza della Conferenza Generale e delle sue Divisioni, le dottrine fondamentali della chiesa, le modifiche al manuale di chiesa e altre questioni che saranno presentate dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale.

La loro attività più importante, tuttavia, e quella di concentrarsi sui progetti e le presentazioni che riguardano la missione della chiesa di far conoscere Cristo, la sua giustizia, il messaggio dei tre angeli e il suo imminente ritorno. L’obiettivo spirituale dell’Assemblea mondiale è l’aspetto più importante del lavoro che svolgerà, perché unirà il popolo di Dio per compiere la missione finale affidata nelle sue mani.

I leader della Conferenza Generale hanno invitato i membri di tutto il mondo a partecipare ai 100 giorni di preghiera che si concludono con l’Assemblea mondiale, perché coloro che prendono decisioni per conto della chiesa siano umili davanti a Dio e ricevano la sua forza per portare a termine la missione.

Quello che sarebbe potuto accadere

Quello che sarebbe potuto accadere

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Care sorelle e fratelli,

tra poche settimane si aprirà la sessione 2015 dell’Assemblea della Conferenza Generale. Un momento particolarmente atteso ed importante della vita della Chiesa avventista, in cui rivitalizzare le nostre convinzioni di fede, la nostra consacrazione al Signore e alla missione.

Per questo motivo sono state messe in opera numerose iniziative tese alla preparazione dell’evento: 100 giorni di preghiera, varie riflessioni sui diversi canali comunicativi della chiesa, ecc… Fra di esse il movimento Revival and Reformation ha preparato un filmato significativo sull’intensità con la quale vivere la beata speranza evangelica nell’attesa dell’avvento.

Riproponiamo questo video sul sito di Hope Channel Italia, doppiato in italiano grazie al lavoro dell’Associazione True Light, che ringraziamo, accompagnato da un commento dell’Uicca nelle persone del Presidente, S. Paris, del Segretario, G. Cupertino e del Direttore dell’Istituto Avventista di Cultura Biblica, F. Alma.

G. Cupertino

Guarda il video

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Assemblea mondiale avventista

Assemblea mondiale avventista

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In occasione della prossima sessione (la sessantesima) della Conferenza Generale che si terrà a San Antonio (Texas) dal 2 all’11 luglio 2015, il Dipartimento Comunicazioni dell’Unione Italiana produrrà notiziari giornalieri per informare i membri della Chiesa italiana sulle importanti decisioni che verranno prese.
Ci saranno delle notizie, curiosità, foto e video dell’evento.
Inoltre, ogni giorno verrà prodotto un video giornale con i nostri corrispondenti dagli States.

Questo numero zero è un numero speciale che viene diffuso con notevole anteprima rispetto all’evento per un importante comunicazione da parte dell’Unione Italiana.

Ne approfittiamo per mettere a disposizione un mini manuale, preparato dall’Associazione Pastorale della Conferenza Generale, dal titolo “Preghiera per la pioggia“, tradotto in italiano e che potete scaricare cliccando sul bottone qui sotto. Sono letture per aiutarci nella preghiera e nelle preparazione di questo evento così importante per la Chiesa avventista a livello mondiale.

Perché Preghiera per la pioggia?
“Ancora io vi dico che, se due di voi si accordano sulla terra per domandare qualunque cosa, questa sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” Mt. 18:19, 20.

Scarica il mini manuale

 

Presidenza d’Unione. Convocazione Assemblea amministrativa

Presidenza d’Unione. Convocazione Assemblea amministrativa

Franco Evangelisti – Il Comitato d’Unione ha fissato la data della prossima Assemblea amministrativa che si terrà a Moltesilvano (PE) dal 23 al 26 febbraio 2014 e avrà il seguente motto: «Non temete: andate ad annunciare…» (Mt 28:10). Sarà bello incontrarci e dialogare sulle attività svolte e sulle indicazioni per quelle da svolgere. Il dialogo e lo scambio di idee saranno preceduti dai rapporti che i delegati riceveranno almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’Assemblea, ma anche da numerose informazioni che l’attuale amministrazione sta dando e affiderà principalmente al Messaggero avventista e dalla pubblicazione di diverse schede tecniche sul funzionamento dell’Assemblea, che saranno pubblicate sul sito www.avventisti.it in un’apposita sezione a essa dedicata. Importantissimo quindi iniziare fin da ora a informarsi e a dialogare in modo che si arrivi a questo appuntamento consapevoli della realtà.

Per eventuali suggerimenti puoi già scrivere alla Segreteria Uicca (uicca.segreteria@avventisti.it) indicando nell’oggetto «Assemblea 2014». Iniziamo a prepararci pregando, singolarmente e in gruppi, al fine di ricevere dallo Spirito le indicazioni e la pace tipici di un movimento religioso come il nostro, che anche in questo vuole dare un messaggio. La chiesa ha le sue regole amministrative che permettono il dialogo e lo scambio chiaro, informato, fraterno e pieno di quell’amore che Dio per primo ci ha dato.

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