Casa Mia. Da 40 anni presente nel territorio

Casa Mia. Da 40 anni presente nel territorio

La casa di riposo avventista di Forlì ha celebrato i suoi primi quattro decenni di impegno nella cura dei più fragili.

Notizie Avventiste – Se non ci fosse dovremmo inventarla. È questo che viene in mente quando si visita la casa di riposo “Casa Mia” di Forlì e si tocca con mano la dedizione degli operatori e della direzione nella cura degli ospiti che vivono gli anni più fragili della loro vita. Lo scorso 13 novembre, alla presenza di numerose autorità civili e religiose, Casa Mia ha festeggiato 40 anni di presenza nel territorio. 
“La nostra struttura rappresenta una risposta sicuramente importante ai bisogni dei cittadini forlivesi, in particolare della fascia della ‘terza età’” ha affermato Fabian Nikolaus, direttore della casa di riposo. 
“Grazie all’ottimo lavoro degli operatori” ha aggiunto “Casa Mia si è sempre caratterizzata come una struttura di eccellenza e abbiamo quindi un ottimo rapporto con le autorità. Riusciamo anche a lavorare per stabilire insieme le strategie. Casa Mia rappresenta un punto di riferimento per l’intera regione”.

La casa di riposo è un’iniziativa sociale della Chiesa avventista e fa parte della rete mondiale di istituzioni sanitarie della denominazione. Il suo obiettivo è prendersi cura delle persone anziane in un ambiente adeguato, con un’attenzione particolare ai bisogni e alle abitudini dei singoli ospiti. 
"La nostra missione va oltre ciò che avviene il sabato in chiesa, e ciò che si fa nella casa di riposo ne è un esempio perché la nostra missione è prendersi cura degli altri. Così anche noi siamo qui testimoni di un frutto del vangelo maturo da 40 anni” ha sottolineato il past. Andrei Cretu, presidente dell’Unione avventista italiana (Uicca).

“La nostra missione è offrire alle persone anziane un’assistenza adeguata quando non sono più in grado di provvedere da sole ai propri bisogni e desideri” gli ha fatto eco Giuseppe Cupertino, direttore dell’Opera Sociale Avventista che si occupa della gestione dell’8xmille. .

La storia in breve 
Casa Mia Onlus nasce verso la fine degli anni Settanta su iniziativa di un progetto concepito per accogliere anziani autosufficienti. Sono seguite diverse trasformazioni che hanno portato ad un adeguamento della struttura alle condizioni di sempre maggiore non autosufficienza degli ospiti, per rispondere alle nuove e crescenti esigenze del territorio. La struttura è stata modificata e ampliata, diventando un centro di riferimento per un’utenza con bisogni diversificati.

Inaugurata nel 1983, la struttura ha subito profonde modifiche e oggi, pur mantenendo uno stretto legame con i propri principi fondanti, Casa Mia ha raggiunto una dimensione nuova, passando attraverso un processo di professionalizzazione e qualificazione del personale per garantire servizi e interventi adeguati alle diverse esigenze degli utenti.

Dal punto di vista strutturale sono stati effettuati quattro importanti interventi (nel 1992, 1999, 2008 e 2014) con l’obiettivo di incrementare la capacità ricettiva e adattare gli ambienti ai nuovi requisiti normativi e funzionali del servizio. 
“Ora Casa Mia sta completando l’ultima fase di un centro specializzato per persone affette da demenza neurodegenerativa come l’Alzheimer” ha spiegato Nikolaus “Si tratta di un nucleo importante all’interno della struttura, che darà anche una qualificazione ancora più importante".

Dal 1997 Casa Mia è convenzionata con il Servizio Sanitario Regionale.

Tutto questo è stato possibile grazie all’importante contributo derivante da una parte dei fondi dell’8xmille che gli italiani hanno destinato, con le loro scelte, alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, si legge sui sito dell’istituzione

Per conoscere meglio la casa di riposo e tutti i servizi che offre, visita il sito casamiaforli.it/

Clicca qui per guardare il video riassuntivo delle celebrazioni.

 

 

 

Sulle orme di John N. Andrews

Sulle orme di John N. Andrews

La Chiesa avventista celebra 150 anni di missione inviando la famiglia Contero in Svizzera, là dove giunse il primo missionario della denominazione.

Notizie Avventiste – Da oltre un secolo e mezzo, i missionari avventisti vanno da un luogo all’altro, in terre anche lontane, per condividere il messaggio di Dio con persone in cerca di speranza. Nel 2024, la Chiesa commemorerà i 150 anni dall’invio ufficiale del suo primo missionario all’estero e lo farà in una maniera molto pratica. Infatti, sabato 7 ottobre, durante il Consiglio annuale, Ted N. C. Wilson e Erton Köhler, rispettivamente presidente e segretario esecutivo della Chiesa avventista mondiale, hanno annunciato che la denominazione invierà una famiglia a servire come missionaria in Svizzera. Il progetto, sostenuto anche dalla Regione intereuropea (Eud) della Chiesa e dalla Andrews University, porterà il past. Jonathan Contero, sua moglie, Abigail, e i loro due figli, Nathan e Lydia, a trasferirsi in Svizzera per fondare, nei prossimi cinque anni, una chiesa nella stessa zona in cui operò John Nevins Andrews e la sua famiglia nel 1874.

Un evento storico e moderno 
Olivier Rigaud, presidente dell’Unione avventista svizzera, ha dato il benvenuto ai Contero.
“È un privilegio e un onore accogliervi come famiglia missionaria in Svizzera” ha affermato. Ha poi regalato alla famiglia doni simbolici, tra cui bandierine e cioccolato, che rappresentano la dolcezza del Paese elvetico, e un orologio da tasca speciale, un dono carico di simbolismo.
“Questo orologio è qui per dirci che è ora di tornare in Svizzera. Per te, per me e per gli altri, di tornare in Svizzera per la missione” ha spiegato Rigaud. L’orologio presentava l’immagine di un pescatore, infatti i missionari sono “pescatori di uomini”.

In Svizzera vivono oltre 8,7 milioni di abitanti. Nel Paese , considerato post-cristiano, ci sono solo 5.000 avventisti e 57 chiese. Köhler ha raccontato che la famiglia Contero ha accettato l’invito ad “aprire un centro di speranza e a fondare una nuova chiesa in Svizzera”.
“Nella cerimonia di oggi, il pastore Jonathan e la sua famiglia saranno consacrati al Signore perché sono stati scelti appositamente per una missione” ha continuato Köhler.

Il momento ha segnato il passaggio dalla celebrazione del 160° anniversario della Chiesa quest’anno,  a quella dei 150 anni dell’opera missionaria avventista che ricorre nel 2024.

Una famiglia in missione 
I Contero sono molto impegnati nella missione della denominazione. Da 11 anni, Jonathan serve come pastore e fondatore di chiese, principalmente a Madrid, dove ha lavorato con una comunità in gran parte laica (la chiesa Cero). La sua esperienza nella capitale spagnola lo ha preparato bene per le sfide che dovrà affrontare in Svizzera, un Paese alle prese con un crescente secolarismo. Dal 2019, Jonathan è anche direttore associato del Centro per la missione secolare e post-cristiana di Missione Globale, presso la Chiesa mondiale. Ha potuto avere, così, una prospettiva generale sulle sfide del secolarismo, non solo in Europa ma anche nei Paesi sempre più post-religiosi.

La loro famiglia incarna l’ideale avventista dell’iniziativa “Coinvolgimento totale dei membri”, in cui ogni componente svolge un ruolo nella missione. Jonathan ha definito la loro nuova opera come un’opportunità per “impegnarci nell’ampliare la Chiesa e nel rafforzare la missione”. Si tratta di un impegno collettivo della famiglia e questo può essere un esempio ispiratore per gli avventisti di tutto il mondo.

Sui passi di Andrews 
“È ora di tornare in Svizzera” ha detto Wilson, sottolineando il significato storico di questo momento. Nel 1874, J. N. Andrews, vedovo, salpò per Neuchâtel accompagnato dai figli, Charles e Mary. La sua missione fu rivoluzionaria per la Chiesa avventista e sancì l’inizio del suo raggio d’azione a livello globale.

Andrews non era solo un missionario ma anche uno studioso, un editore e una figura chiave nello sviluppo iniziale della teologia avventista. Il suo viaggio in Svizzera fu un passo coraggioso, soprattutto considerando le sfide del tempo, tra cui le barriere linguistiche e l’assenza dei moderni strumenti di comunicazione. Il suo impegno nella diffusione del vangelo in Europa ha gettato le basi per il lavoro missionario globale della denominazione e la sua eredità continua a ispirare nuove generazioni di avventisti, impegnati a portare il messaggio del ritorno di Gesù in tutti gli angoli del mondo.

Come Andrews, Contero è inviato dalla Chiesa mondiale ed è anche studente della Andrews University che prende il nome dal missionario pioniere. Il past. Contero si è laureato in teologia all’Università avventista di Collonges, in Francia, ha conseguito un master presso il Campus di Sagunto, in Spagna, e studia per il suo dottorato in missiologia alla Andrews, negli Stati Uniti.

Un rinnovato impegno per la missione 
Mentre la denominazione si prepara a celebrare il secolo e mezzo di opera missionaria, l’invio della famiglia Contero in Svizzera è un potente promemoria dell’impegno della Chiesa nell’adempimento di Matteo 24:14. “Ora è il momento di concentrarci nuovamente sulla missione. Ora è il momento di un maggiore impegno missionario, a livello locale e mondiale ha esortato Köhler.

L’iniziativa che coinvolge la famiglia spagnola fa parte di Mission Refocus (Concentrarsi di nuovo sulla missione), per dare priorità alle risorse nell’opera missionaria in prima linea.

Secondo Gesù, i suoi seguaci possono scegliere tra diverse opzioni quando pensano che il loro Maestro “tardi a venire” (Luca 12:45), evidenzia Marcos Paseggi nel suo articolo su Adventist Review online.

Un’opzione è addormentarsi (cfr. Matteo 25:1-13). Un altro è cominciare a picchiare i propri servi, a mangiare e a bere (cfr. Luca 12:45). Un terzo è vegliare (cfr. Matteo 25:13). Un quarto è rimanere attivi, gestire i suoi beni ed eseguire i suoi ordini (cfr. Luca 12:35-44). Gli avventisti del settimo giorno possono essere grati che una percentuale significativa di membri e la maggior parte dei leader abbiano scelto gli ultimi due.

Poi, Paseggi aggiunge: “I programmi e le iniziative ufficiali della Chiesa mondiale, così come i commenti e i rapporti secondari, mostrano che molti fedeli avventisti mantengono viva la passione per la missione. I seguaci di Gesù con una mentalità missionaria non sono circoscritti a una regione né a un’età. Dai giovani volontari di Missione Caleb a Porto Rico agli operatori sanitari missionari in Ciad, a Adra in Romania e ai volontari in pensione negli Stati Uniti, migliaia di membri della denominazione continuano a uscire dalle loro zone di comfort per servire e aiutare a cambiare la vita attraverso la potenza dello Spirito Santo. I leader avventisti continuano a lavorare in collaborazione con altre organizzazioni e imprese per trovare modi innovativi di portare avanti la missione”.

Eppure, “non importa quanti programmi e iniziative mettano in campo le organizzazioni della Chiesa e i ministeri di supporto, i bisogni sono ancora enormi” dice Paseggi sottolineando che nessun programma o iniziativa avrebbe successo senza il coinvolgimento dei membri. “È quella passione per la missione instillata attraverso le storie di Missione Globale, ma anche in ogni Scuola del Sabato, in ogni chiesa locale, in ogni classe, clinica, fabbrica alimentare e centro multimediale, che fa avanzare la missione”.

“Di tanto in tanto” conclude “i profeti di sventura proclamano che la missione avventista è morta…” ma “chi ama la missione del Signore va avanti, perché c’è ancora un mondo assetato di speranza, che sogna una via d’uscita. È un privilegio di ogni membro essere coinvolto in un’impresa così, affidata dal cielo”.

[Foto: Lucas Cardino/Ame. Fonte: Ann e Adventist Review] 

Scelti per la missione

Scelti per la missione

La Chiesa avventista mondiale celebra 160 anni. Una denominazione che guarda al futuro, puntando sull’unità, l’identità e la missione.

Notizie Avventiste – Il 21 maggio, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha compiuto 160 anni dalla sua organizzazione. Nonostante le sfide, il movimento avventista ha raggiunto moltissime comunità nel mondo con il messaggio del vangelo, tutto grazie all’impegno dei missionari. 
"Siamo straordinariamente grati per il privilegio di aver portato gli ultimi messaggi di Dio in questi 160 anni", ha affermato Ted N. C. Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale

Il motto selezionato per questa occasione, “Scelti per la missione”, ricorda in qualche modo un’altra ricorrenza importante che attende la denominazione nel 2024: i 150 anni della missione avventista nel mondo.

La nascita della Chiesa avventista 
Nel presentare la celebrazione dei 160 anni della denominazione al Comitato di primavera, lo scorso aprile, Ertön Kohler, segretario della Chiesa a livello mondiale, aveva sottolineato quanto fosse saggio guardare al passato per informare e guidare verso il futuro. Usando un’analogia, aveva affermato: "Le organizzazioni sane vanno avanti guardando il parabrezza mentre allo stesso tempo non perdono di vista lo specchietto retrovisore".

Il nostro "specchietto retrovisore", come Chiesa, risale al 20 maggio 1863, quando 20 delegati provenienti da tutti gli Stati Uniti si riunirono a Battle Creek, nel Michigan, per dare un’organizzazione al movimento avventista. Avevano la visione e l’impegno condivisi di predicare il messaggio dei tre angeli, di Apocalisse 14, e riconobbero la necessità di organizzarsi per portare avanti la missione.

Il 21 maggio 1863, un comitato selezionato, composto da otto delegati, sviluppò uno statuto che delineava la struttura di quella che sarebbe diventata la Conferenza Generale (CG) degli avventisti del settimo giorno. (o Chiesa mondiale). Lo storico David Trim, direttore dell’Ufficio archivi, statistiche e ricerca (Astr) della denominazione, ha fatto notare che lo statuto includeva un preambolo in cui si tratteggiava lo scopo e l’obiettivo alla base dello sviluppo della CG: “Per garantire l’unità e l’efficienza nel lavorare e promuovere l’interesse generale della causa della verità presente". 
“L’articolo 5 del primo statuto della CG” ha aggiunto “affermava che il Comitato esecutivo doveva avere la supervisione speciale di tutto il lavoro missionario e, come consiglio missionario, il potere di decidere dove tale lavoro fosse necessario e chi dovesse andare a svolgerlo come missionario”. 
In sintesi, lo scopo della CG era quello di promuovere “l’unità, l’identità e la missione”, ha sottolineato Trim.

La Chiesa avventista oggi 
Oggi, la Chiesa avventista si dedica ad aiutare le persone a trovare libertà, guarigione e speranza in Gesù tramite una profonda comprensione della Bibbia. Dopo 160 anni, l’impegno della denominazione nell’attuare il mandato evangelico ha avuto un impatto sull’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’evangelizzazione tramite i media. Il movimento, iniziato con 3.500 membri e sei Federazioni di chiese, è ora cresciuto fino a raggiungere un’adesione globale di oltre 22 milioni di persone, in più di 200 Paesi.

Con oltre 9.000 scuole e università in tutto il mondo, la Chiesa ha nutrito le menti e i cuori di più di 2 milioni di studenti. Il sistema sanitario è un altro aspetto significativo. Con oltre 200 ospedali e sanatori e più di 1.000 cliniche, l’approccio olistico delle istituzioni sanitarie avventiste ha contribuito alla salute fisica, mentale e spirituale delle comunità globali.

Inoltre, la presenza della Chiesa tramite i media è aumentata molto negli ultimi anni. Dall’evangelizzazione con la carta stampata alle case editrici, ai canali televisivi e radiofonici in oltre 80 lingue, e ora la sua presenza sul web e sui social media. Tutti strumenti fondamentali per la diffusione del vangelo, che la denominazione ha usato e continua a usare a piene mani.

“La notevole crescita della Chiesa negli ultimi 160 anni è una testimonianza dell’impegno e del coinvolgimento di ogni avventista nella sua comunità locale. Ciascun individuo svolge un ruolo vitale nella nostra missione”, ha affermato Paul Douglas, tesoriere della denominazione a livello mondiale.

“Nel celebrare questo anniversario” ha continuato “invitiamo tutti gli avventisti a prendersi per mano, facendosi avanti con rinnovata passione e dedizione. Insieme riflettiamo su cosa significa essere scelti per la missione, sapendo che i nostri sforzi collettivi possono trasformare la vita delle persone in tutto il mondo".

Una visione per il futuro 
Quando la Chiesa riflette sulla sua ricca eredità del passato, “riceviamo nuovo impegno, nuova energia e una nuova visione per il futuro”, ha affermato Köhler. 
Tre i punti chiave evidenziati nei 160 anni trascorsi: unità, identità e missione.

160 anni fa, gli avventisti si unirono con lo scopo di realizzare la loro missione. Ora i dirigenti invitano le Regioni, le Unioni, le Federazioni e le chiese locali a unirsi per portare avanti la missione oggi, domani e negli anni a venire. 
"La nostra identità ci è stata data da Dio", è fondata sulla Bibbia ed è sottolineata nei punti dottrinali, ha detto Köhler. “Questo messaggio deve essere condiviso con il mondo”, da seguaci di Cristo con un’identità unica.

La missione è anche al centro della visione della Chiesa. Köhler ha affermato: "I nostri 160 anni rappresentano un invito a rilanciare l’incrollabile impegno dei nostri pionieri e ad abbracciare gli straordinari risultati che il Signore ha preparato per questi tempi cruciali. Nel mezzo della polarizzazione, andiamo avanti uniti, rafforzando la nostra identità biblica nonostante le sfide del relativismo e rinvigorendo la nostra incrollabile dedizione alla missione”.

I dirigenti avventisti condivideranno ed evidenzieranno i nuovi progetti e le iniziative per il 160° anniversario durante il Consiglio annuale del 2023, che si terrà a ottobre.

"Fermiamoci un momento in questo anniversario e chiediamoci: stiamo davvero facendo tutto il possibile per raggiungere ogni persona nel mondo, in modo da poter assistere al ritorno del nostro Signore durante la nostra vita?” è la riflessione del presidente Wilson per l’intera famiglia della Chiesa "Oh, quanto desideriamo che tu venga, Signore Gesù!".

[Fonte: Ann]

 

 

 

 

Firenze. 70 anni di Vita&Salute

Firenze. 70 anni di Vita&Salute

Notizie Avventiste – Sabato 19 novembre, alle ore 16.30, presso l'Aula magna della Facoltà avventista di teologia (Fat) di Firenze, si svolgerà un evento celebrativo per il 70anni del mensile Vita&Salute. Interverranno il prof. Franco Berrino, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva, dell'Istituto tumori di Milano; il dott. Daniel Lumera, riferimento internazionale delle tecniche del benessere; il prof. Hanz Gutierrez, docente della Fat e autore del libro La riscoperta del Noi. Cronache di una pandemia (ed. Claudiana).

L’appuntamento è in via Ellen Gould White 8 (zona Careggi, accanto al Cto) a Firenze.

L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming video su hopemedia.it

Vita&Salute è l’organo ufficiale di informazione della Fondazione Vita e Salute. Pubblicato dal 1952 è, storicamente, il primo mensile di divulgazione dei temi della prevenzione e della medicina. Fin dalle sue origini la rivista ha voluto contribuire a migliorare la qualità della vita offrendo alle persone una maggiore consapevolezza sui fattori di salute: alimentazione naturale, consigli di medicina integrata, equilibrio mente-corpo-spirito per la salute globale della persona, rispetto dell’ambiente. 

Scopri di più su vitaesalute.net/ 

Clicca qui per ascoltare l'intervista di radio Rvs al direttore della Fondazione Vita e Salute. 

 

 

 

 

 

 

80 anni Iacb. Ora la mostra è anche virtuale

80 anni Iacb. Ora la mostra è anche virtuale

Notizie Avventiste – L’Istituto avventista “Villa Aurora” (Iacb) ha festeggiato 80 anni di presenza nel territorio fiorentino e lo ha fatto anche con una mostra che ne ripercorre la storia. Ora questa mostra è diventata virtuale. Si può accedere online alle sale dell’edificio storico, consultare i pannelli della mostra e trovare informazioni, video e documenti che riguardano la storia dell’Istituto avventista, dagli albori fino ai nostri giorni.

“Visitando questa mostra troverete noi” afferma Davide Romano, direttore dell’Istituto “Noi che non c’eravamo ancora, ma che nei nostri predecessori, donne e uomini dello scorso secolo che incontrarono Cristo nella loro vita e decisero di seguirlo, consacrando del tempo allo studio e alla formazione, fecero il loro ingresso a Villa Aurora, ispirando così il nostro odierno cammino”.

Nato nel lontano 1940, in una villetta di via Trieste 23, a Firenze, l’Istituto si è trasferito sette anni dopo nella villa medicea di via del Pergolino 12, dove ha sede tuttora. Negli anni è cresciuto, con nuovi edifici, la facoltà di teologia le cui lauree sono riconosciute dallo Stato italiano, e altre offerte formative. “Ottantesimo” è il titolo della mostra, nome che sottolinea il bel traguardo raggiunto ma senza rughe né capelli bianchi, mantenendo il volto giovane degli studenti che frequentano il campus. 

“Visitando questa mostra” prosegue il direttore “troverete, tuttavia, qualcosa di voi, della vostra storia, della vostra nostalgia per un certo modo comunitario di vivere e di comprendersi, del vostro lessico confessionale, talora generazionale e in qualche caso famigliare. Ma, visitando questa mostra troverete anche loro. Loro di cui non sapevate nulla; loro di cui ignoravate l’esistenza; loro di cui ricordavate solo il nome, ma c’erano, erano affidabili compagni di viaggio, in taluni casi avventurieri dello spirito, indomiti predicatori, affabili consiglieri, lavoratori alacri e rispettosi, volontari e volontarie di molti mondi, precettori e contadini, insegnanti e segretari, studentesse e studenti, manutentori, speaker radiofonici, cuochi e giardinieri: un popolo variopinto e speranzoso, determinato a percorrere senza indugio il cammino che Dio gli aveva posto innanzi”.

“Per quanto ci riguarda, pur nelle mutevoli circostanze, certamente in un mondo diverso, resteremo fedeli a questa storia, nella misura in cui in essa troveremo ancora i vostri volti, il vostro passo insieme al nostro e l’irrevocabile vocazione di Dio” conclude Romano.

Clicca qui per accedere alla mostra.

[Fonte: villaaurora.it]

 

Centenario del Waldfriede, il secondo ospedale più antico di Berlino

Centenario del Waldfriede, il secondo ospedale più antico di Berlino

Notizie Avventiste – L’Ospedale Waldfriede di Berlino-Zehlendorf, istituzione avventista, ha celebrato 100 anni nell'aprile 2020. A causa della pandemia, la cerimonia dell'anniversario si è svolta solo pochi giorni fa, il 10 settembre, nell'Audimax (Auditorium) dell’Università di Berlino. Le celebrazioni hanno incluso anche l’Akademie Waldfriede, la scuola per infermieri riconosciuta dallo Stato, che è stata fondata il 1° luglio 1922 e quindi ha festeggiato il primo secolo di presenza nella capitale tedesca.

La cerimonia 
“Nel suo discorso di benvenuto agli 800 ospiti, Ulrike Gote (Bündnis 90/Die Grünen), senatrice di Berlino per la scienza, la salute, l’assistenza e l’uguaglianza, ha evidenziato l’‘eccellente reputazione’ dell'Ospedale Waldfriede fondato nel 1920” riporta l’agenzia stampa avventista Apd “Con i suoi 160 posti letto, è un’istituzione moderna che si è costantemente sviluppata e specializzata sin dalla sua fondazione”.

La sen. Gote ha anche ricordato il concetto olistico che caratterizza il nosocomio e la sua attenzione alle donne; l’aver istituito la prima Baby Hatch (culla dove si possono lasciare i neonati indesiderati in sicurezza e anonimato) in un ospedale della Germania, nel 2000; e l’aver aperto il “Desert Flower Center Waldfriede”, nel 2013, il primo centro di cura per le vittime delle mutilazioni genitali femminili (Mgf).

Detlef Albrecht, amministratore delegato dell'Associazione degli ospedali protestanti di Berlino-Brandeburgo (Vek), ha ringraziato il Waldfriede per la buona collaborazione. Dopo un inizio difficile, l'ospedale ha continuato a svilupparsi. Oggi può certamente competere con istituzioni più grandi. Waldfriede è attivo anche nell'area della diakonia, il servizio alle persone. Lo dimostra, ad esempio, l'assistenza ai profughi ucraini.

In nosocomio avventista mette al centro il paziente e lavora per offrire cure mediche di qualità e all’avanguardia. Tutto ciò ne fa una delle migliori strutture sanitarie di Berlino. 
"Vogliamo continuare ad esserlo, ad esempio, attraverso la chirurgia robotica, gli studi scientifici, la certificazione dei nostri centri oncologici e le collaborazioni ospedaliere internazionali” ha affermato Bernd Quoß, presidente dell’Ospedale Waldfriede e amministratore delegato di tutte le società affiliate. Waldfriede è infatti una rete sanitaria che conta 1.000 dipendenti. Ogni anno, le strutture curano circa 15.000 pazienti ricoverati e 150.000 ambulatoriali. L'ospedale Waldfriede ha il più grande centro di chirurgia ambulatoriale (Aoz) di Berlino.

Messaggi dei responsabili della Chiesa 
Alla cerimonia sono seguiti i messaggi dei responsabili della Chiesa avventista a livello europeo, nazionale e locale. Nel suo sermone, Johannes Naether, presidente dell'Unione della Germania settentrionale, ha parlato della parabola del Buon Samaritano, raccontata da Gesù nel Vangelo di Luca, capitolo 10, per rispondere alla domanda: “Chi è il mio prossimo?”.

"Come mi comporterei in una situazione del genere?” ha detto Naether “La domanda sul prossimo non riguarda discussioni teoriche. Fede e azione vanno di pari passo. La crisi dei rifugiati del 2015-2016, con l'ingresso in Germania di oltre un milione di migranti e di persone in cerca di protezione, l’alluvione del 2021 con i tanti volontari, e i numerosi soccorsi privati per i profughi ucraini dimostrano che ci sono ancora persone disposte ad aiutare”.

Il motto del Waldfriede, “Il nostro servizio all'uomo è servizio a Dio”, è stato al centro degli interventi di Werner Dullinger, presidente dell'Unione della Germania meridionale, e di Gunnar Scholz, responsabile della Chiesa a Berlino e nella Germania centrale. Da quando l'ospedale è stato fondato nel 1920, il mondo è cambiato radicalmente, ma il Waldfriede mantiene i suoi valori cristiani e li sviluppa costantemente in modo che possano essere compresi e vissuti anche nel XXI secolo. Ogni essere umano, in quanto libera creatura di Dio, merita attenzione e competenza, indipendentemente dalla sua origine, dalla sua fede o dalla sua visione del mondo, hanno sottolineato.

Mario Brito, presidente della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista, ha auspicato più istituzioni come il Waldfriede in Europa, per servire tutte le persone. Peter Landless, medico e direttore dei Ministeri avventisti in favore della salute presso la Chiesa mondiale, ha riferito che ci sono circa 900 ospedali e cliniche della denominazione in tutto il mondo, con circa 140.000 dipendenti. Ogni anno, 1,5 milioni di pazienti vengono ricoverati e curati, e 22 milioni di persone ricevono cure ambulatoriali.

La storia in un libro 
Al termine, ogni ospite ha ricevuto il libro I 100 anni dell’Ospedale Waldfriede, un volume di 366 pagine scritto da Corina Bomann. Negli anni ci sono stati molti alti e bassi. L’ospedale ha dovuto sopravvivere a molte crisi, come le conseguenze della Prima guerra mondiale, la Seconda guerra mondiale, l’inflazione e due crisi economiche globali nel 1929 e nel 2008. Ora, dopo l'influenza spagnola del 1920, affronta la seconda pandemia della sua storia: il Covid-19.

Fin dall’inizio, i dipendenti del Waldfriede sono stati una famiglia. Questa coesione, così come lo spirito dei fondatori, si sente ancora in ospedale, dice Bomann, dove calore umano e competenza sono visibili in tutti i reparti. L'autrice ha dedicato il suo libro a coloro che si occupano del benessere delle persone al Waldfriede: i medici, il personale infermieristico, l'amministrazione, il personale della cucina e delle pulizie e, non ultimi, i tanti volontari che dedicano parte del loro tempo per aiutare chi ha bisogno.

[Foto: Apd. Fonte: Apd/Eud News]

 

Consigli per un matrimonio sereno e duraturo

Consigli per un matrimonio sereno e duraturo


Il pastore avventista Corrado Cozzi, che da poco ha festeggiato 40 anni di matrimonio con la moglie Elsa, condivide alcuni consigli per un matrimonio duraturo, a partire dalla sua esperienza personale e pastorale.

Intervista a cura di Alessia Calvagno

Servire, nutrire, formare. 25 anni di Ministeri Femminili

Servire, nutrire, formare. 25 anni di Ministeri Femminili

HopeMedia ItaliaSabato 23 gennaio, alle ore 16, i Ministeri Femminili (MF) festeggiano 25 anni di attività con un programma online trasmesso su hopechannel.it (hopemedia.it) e su facebook.com/avventista, la pagina Facebook della Chiesa. “Un ministero per ogni donna” è il tema dell’evento.

Sarà un modo per stare insieme, anche se a distanza, come è ormai abitudine durante i mesi di pandemia, e per lodare e ringraziare il Signore che ha accompagnato i MF fin qui e lo farà anche in futuro.

Il Dipartimento dei Ministeri Femminili è nato ufficialmente nel 1995, ma aveva avuto inizio oltre cento anni fa grazie a Sarepta Henry che lavorò instancabilmente per creare una rete e un sistema di sostegno delle donne della chiesa. Dopo la sua morte, nonostante avesse costituito un comitato di lavoro, i MF smisero pian piano la loro attività. Riattivati nel 1990, nel 1995 assunsero lo status ufficiale di Dipartimento presso la Chiesa avventista mondiale e continuarono a crescere nelle varie nazioni.

I Ministeri Femminili svolgono un servizio di sostegno, nutrimento spirituale e formazione delle donne perché possano scoprire e mettere a frutto i propri doni e talenti nelle loro chiese e nella società in cui vivono.

Non mancare a questo appuntamento.

Un ministero per ogni donna. A gennaio la festa per i 25 anni dei Ministeri Femminili

Un ministero per ogni donna. A gennaio la festa per i 25 anni dei Ministeri Femminili

HopeMedia Italia – I Ministeri Femminili (MF) della Chiesa avventista nel mondo e in Italia compiono 25 anni di attività. “Pensando a questo numero importante” ha affermato la coordinatrice nazionale, Lina Ferrara “mi viene in mente una giovane donna nel fiore degli anni, che a questa età ha già raggiunto alcuni obiettivi nella sua vita, pur rimanendo protesa verso ciò che le riserva ancora il suo lungo futuro. Come lei, anche il Dipartimento dei Ministeri Femminili ha consolidato alcuni aspetti, ma tanto rimane ancora da fare”.

Con il motto “Un ministero per ogni donna”, i MF festeggiano questo anniversario, sabato 23 gennaio 2021, alle ore 16, con un programma online trasmesso su hopechannel.it

“Sarà un modo per stare insieme, anche se a distanza, come siamo ormai abituati in questo 2020 di pandemia” ha aggiunto Ferrara “Ci mancherà il calore dei consueti incontri delle donne, caratterizzati da abbracci e momenti conviviali, ma cercheremo di creare un clima simile anche dal web”.

Il Dipartimento dei Ministeri Femminili è nato ufficialmente nel 1995, pur se in realtà aveva avuto inizio oltre cento anni fa grazie a Sarepta Henry che lavorò instancabilmente per creare una rete e un sistema di sostegno delle donne della chiesa. Dopo la sua morte, nonostante avesse costituito un comitato di lavoro, i MF smisero pian piano la loro attività. Riattivati nel 1990, nel 1995 assunsero lo status ufficiale di Dipartimento presso la Chiesa avventista mondiale e continuarono a crescere nelle varie nazioni.

“Quella di gennaio non sarà una festa commemorativa del passato” ha precisato la coordinatrice nazionale “ma un tempo per lodare e ringraziare il Signore che ha accompagnato questo Dipartimento fin qui e lo farà anche in futuro. Con il suo aiuto, continueremo a svolgere un servizio nel sostenere, nutrire spiritualmente e formare le donne perché possano scoprire e mettere a frutto i propri doni e talenti nelle loro chiese e nella società”.

“Prendete nota della data della festa” ha concluso “Siete tutti invitati!”.

 

 

 

Stati Uniti. L’Università Oakwood celebra 124 anni di servizio

Stati Uniti. L’Università Oakwood celebra 124 anni di servizio

HopeMedia Italia – Un secolo e un quarto circa di attività educativa che ha trasformato la vita di tanti giovani afroamericani, è il “Founders Day”, l’anniversario celebrato il 16 novembre dalla Oakwood University di Huntsville, in Alabama.

124 anni è un compleanno importante per questa istituzione fondata dalla Chiesa avventista del settimo giorno nel 1896, per dare un’istruzione agli afroamericani del sud, da poco liberati dalla schiavitù. La proprietà si estendeva sui 150 ettari di una ex piantagione dove venivano sfruttati gli schiavi, ed era costellata da 65 imponenti querce che avevano lasciato il posto al nome “Oakwood” (legno di quercia). In origine, la scuola si chiamava “Oakwood Industrial School” (Scuola industriale Oakwood) e aprì i battenti il 16 novembre 1896 con 16 studenti, 8 donne e 8 uomini. L’ex piantagione era stata un tempo la prima residenza dello schiavo più famoso d’America, Dred Scott.

Oggi, la Oakwood University è frequentata da 1.422 studenti e gestisce tre settori nella sua attuale proprietà di circa 480 ettari: aziende agricole, vendita di frutta e verdura fresche, cimitero Oakwood University Memorial Gardens.

“Sono molto grato di questa celebrazione” ha affermato Leslie Pollard, presidente dell’università “Da 124 anni la Oakwood porta avanti la missione educativa avventista e ha formato professionisti cristiani competenti per la leadership. Dal 1896 abbiamo l’onore e il privilegio di servire le comunità di Huntsville e Madison County”.

Il campus è considerato uno dei punti di riferimento storici della cosmopolita città di Huntsville (202 mila abitanti) nell’Alabama centro-settentrionale. Alla cerimonia hanno partecipato varie personalità cittadine e della contea, tra cui il sindaco di Huntsville, Tommy Battle, che nel suo messaggio di auguri ha sottolineato quanto sia importante l’università per il territorio.

Tra gli ospiti era presente anche il dott. Charles E. Bradford, figlio di Etta Littlejohn Bradford, una di quei primi 16 studenti e studentesse della Oakwood.

Le celebrazioni 2020 hanno dato il via a una serie di eventi che si terranno nei prossimi mesi e condurranno alla festa dei 125 anni programmata per martedì 16 novembre 2021.
[LF]

[Foto e fonte: newsletter Inside Oakwood]

Scout avventisti, 25 anni di attività dell’associazione AISA

Scout avventisti, 25 anni di attività dell’associazione AISA


Quest’anno l’AISA, l’Associazione Italiana Scout Avventista, compie 25 anni. Un traguardo importante, dal quale vogliamo prendere spunto per parlare dello scoutismo e dello scoutismo all’interno della chiesa avventista. Possiamo pensare allo scoutismo come a un modello educativo cristiano? È ancora attuale? Ripercorriamo poi alcune tappe importanti della storia dell’AISA. In programma per il 13 giugno alcune attività in streaming per i festeggiamenti di questo importante anniversario per gli scout avventisti.

Alessia Calvagno ne ha parlato con il pastore Ignazio Barbuscia, direttore dei Ministeri Avventisti per la Gioventù.

120 anni di avventismo in Messico

120 anni di avventismo in Messico

Le celebrazioni nella capitale agli inizi di marzo.

Notizie Avventiste – Si è festeggiato a Città del Messico, il 120° anniversario di presenza della chiesa avventista nel Paese sudamericano. Dirigenti e fedeli si sono riuniti nella comunità di Tacubaya, agli inizi di marzo (prima delle restrizioni Covid-19), per ricordare le benedizioni di Dio e la diffusione del messaggio avventista in tutta la nazione. L’evento ha avuto spazio sul sito della Regione interamericana della denominazione.

Tacubaya è stata la prima chiesa avventista del settimo giorno organizzata in Messico. Nel 1891, un missionario avventista italiano, Salvatore Marchisio, giunse nella capitale e distribuì 2.500 copie del libro Il gran conflitto, scritto da Ellen G. White, co-fondatrice della denominazione. In seguito, nel 1899, George Washington Cavines, insieme ad altri missionari, fondò la prima chiesa avventista situata nel sobborgo di Escandon, come si ricorda il past. Velino Salazar nel suo volume 100 Años del Adventismo in Messico.

Oggi, a Città del Messico e nella sua area metropolitana sono presenti 254 chiese avventiste frequentate da oltre 88.000 fedeli. Nell’intero Paese, la denominazione è organizzata in cinque grandi distretti ecclesiali che gestiscono più di 4.691 chiese locali, dove si riuniscono oltre 781.000 membri. “Dopo la prima chiesa sono state fondate la casa editrice; la prima scuola che in seguito si è stabilita a Montemorelos, nello stato del Nuevo Leon; e successivamente la casa di cura. In pratica abbiamo assistito al grande sviluppo dell’opera in Messico” ha affermato David Javier, presidente del locale gruppo editoriale avventista “Gema Editores”.

Durante il programma delle celebrazioni è stata svelata una targa commemorativa, Non sono mancate le testimonianze di alcuni pastori che hanno servito la comunità negli anni, e di laici. “Ricordo bene il vecchio edificio della chiesa” ha affermato Noe Luna, un membro anziano della comunità locale. Nel 1960, la chiesa fu ricostruita per ospitare 400 persone, sostituendo la struttura originale molto più piccola. “Ero un ragazzo quando hanno deciso di ingrandire la chiesa. Hanno demolito tutto e costruito un nuovo edificio più capiente” ha aggiunto.

Angel Ramírez, pastore emerito che ha servito la chiesa di Tacubaya negli anni ’70, ha ricordato il giorno in cui furono battezzate 100 persone ma anche l’arrivo delle nuove panche e la costruzione della casa di cura accanto alla chiesa. “Sono trascorsi 48 anni da quando ho servito questa comunità” ha affermato Ramírez “Siamo cresciuti come chiesa e, oltre alla casa di cura, abbiamo sostenuto la scuola avventista ‘Ignacio Altamirano’”.

Videomessaggi di dirigenti della denominazione e di vari pastori hanno incoraggiato la comunità della capitale e continuare a testimoniare di Gesù e a diffondere la solidarietà. “Rimanete forti e fedeli, condividendo la speranza del vangelo ovunque andiate” ha concluso César Hernández, presidente della Federazione Azteca messicana della chiesa.
[LF]

[Foto: Claudia Diaz]

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