Sei bandiere unite a San Antonio
16 Luglio 2015

YugoslaviaUnityI colori di Bosnia, Croazia, Macedonia, Serbia, Montenegro e Slovenia esposti insieme come simbolo di perdono e unità

Victor Hulbert/tedNews/Notizie Avventiste – Nel giorno in cui il primo ministro della Serbia, Aleksandar Vučić, è stato cacciato a sassate dai manifestanti alla cerimonia del 20° anniversario del massacro di Srebrenica, in Bosnia-Erzegovina, un ricco mix di circa 70.000 avventisti, che rappresenta quasi tutte le culture del pianeta, si è riunito per il servizio religioso, sabato 11 luglio, nello stadio Alamodome di San Antonio, in Texas, nel giorno conclusivo dell’Assemblea Mondiale.

Molto emozionante, per due dei presenti, è stato vedere un drappo che univa insieme le sei bandiere di Bosnia, Croazia, Macedonia, Serbia, Montenegro e Slovenia, ben visibile sopra il 5° livello delle tribune alla destra del palco. Un simbolo commovente di perdono e unità, nel contesto di un servizio concentrato sulla speranza nel Salvatore che cambia la vita.

Dejan Stojkovic è serbo e ora vive nel Regno Unito, dove è direttore dei Ministeri per i teenager nella Federazione avventista dell’Inghilterra del sud. Quando era ancora adolescente è fuggito dal servizio militare, nella guerra che ha diviso la Jugoslavia, oltrepassando il confine in un carro funebre. Vedere il suo paese disgregarsi è stato molto doloroso per lui e per la sua famiglia. Suo padre era pastore e il suo ministero aveva varcato i confini culturali ed etnici.

In Inghilterra ha incontrato Deana, proveniente da quella che, geograficamente e politicamente, è “l’altra parte della barricata”. È croata ma si è ritrovata senza passaporto e nazionalità e oggi viaggia con passaporto bosniaco. Deana lavora per il dipartimento Comunicazioni della Regione Transeuropea della chiesa avventista, a St. Albans, in Inghilterra, e ha scoperto che l’amore non ha barriere: Dejan e Deana sono sposati da cinque anni.

8.000 uomini e ragazzi bosniaci musulmani sono morti per mano delle forze serbo-bosniache, durante la disgregazione della Jugoslavia. La Serbia ha appoggiato i serbo-bosniaci. Sabato 11 luglio, il premier Vučić aveva tentato un gesto di pace, di scuse e di riconciliazione, unendosi agli altri leader mondiali nella cerimonia che, in Bosnia-Erzegovina, rendeva omaggio ai morti di Srebrenica, doveAlamodome_San_Antonio oltre 100 resti trovati di recente dovevano essere sepolti con le 6.000 altre vittime del massacro. Invece, è diventato bersaglio della folla che gli ha lanciato pietre e bottiglie.

“Mi rammarico che alcune persone non abbiano riconosciuto la mia sincera intenzione di costruire l’amicizia tra i serbi e i bosniaci”, ha affermato il premier più tardi, “La mia mano resta tesa verso il popolo bosniaco. Continuerò in questo… e sarò sempre pronto a lavorare insieme per superare i problemi”.

È una storia triste che chiaramente non è finita. È ancora più triste se si pensa che non è l’unico caso, ma si è ripetuta in molti modi in vari paesi del mondo. Il Ruanda ha vissuto il proprio genocidio, ma ha anche visto storie incredibili di riconciliazione e guarigione. In Sudafrica abbiamo visto le comunità, una volta divise, ritornare insieme.

Nell’Assemblea Mondiale di San Antonio, le persone hanno fortemente espresso punti di vista molto diversi, e hanno dovuto accettare di essere in disaccordo, o accettare un voto deludente, eppure sabato sono stati in grado di sedersi e di lodare il Signore insieme, sotto la stessa bandiera, quella di Gesù. Il presidente della chiesa avventista mondiale, il past. Ted Wilson, ha affermato nella sua predicazione: “Non rimanete bloccati da una parte o dall’altra della strada, state nel mezzo della Parola di Dio”.

DDStojkovicPer Dejan e Deana, che si tengono per mano in questo Alamodome ricolmo di avventisti di tante culture e background diversi, molti nei loro costumi nazionali, si tratta di un piccolo quadro di ciò che avverrà in futuro. “L’Apocalisse dipinge una splendida immagine del cielo”, afferma Dejan entusiasta. “Descrive ‘una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello’ (Ap 7:9). Essere uniti in Cristo, oggi è solo un piccolo assaggio del cielo”.

(Foto di  Rohann Wellington e Victor Hulbert)

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